Martedì 2 febbraio 2016, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti, andrà in scena, IL BERRETTO A SONAGLI di Luigi Pirandello con l’adattamento e la regia di Valter Malosti. Lo spettacolo è interpretato (in ordine di locandina) da: Roberta Caronia (Beatrice Fiorìca), Valter Malosti (Ciampa), Paola Pace (Donna Assunta La Bella/La Saracena), Vito Di Bella (Fifì La Bella), Paolo Giangrasso (Alfio Spanò), Cristina Arnone (Fana), Roberta Crivelli (Sarina Ciampa). Le luci sono di Francesco Dell’Elba, le scene di Carmelo Giammello, i costumi di Alessio Rosati, assistente alla regia Elena Serra. Il berretto a sonagli, prodotto dal Teatro di Dioniso con il sostegno del Sistema Teatro Torino, sarà replicato al Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 7 febbraio.
Il carattere di “Ciampa” è pazzesco, questa è la sua nota fondamentale. Gesti, andatura, modi di parlare, pazzeschi. Cosicché dovrà nascere il sospetto e la paura che a un dato momento egli possa uccidere (Luigi Pirandello, lettera a Martoglio, 8 febbraio 1917). «Valter Malosti (scrive la Compagnia) affronta per la prima volta Pirandello, confrontandosi con uno dei testi più popolari del grande drammaturgo siciliano, cercando di strapparlo allo stereotipo e tentando di restituire la forza eversiva originaria di quei “corpi in rivolta” posti al centro della scena che è anche labirinto: una feroce macchina/trappola. Un testo vivissimo grazie alla violenza beffarda della lingua, una sorta di musica espressionista e tragicomica, molto evidente nel testo scritto in dialetto siciliano che è alla base di un lavoro originale di drammaturgia. Il berretto a sonagli di Pirandello nasce come testo dialettale per Angelo Musco, attore comico di grande successo. Il testo in dialetto recitato da Musco non fu mai pubblicato da Pirandello, a differenza di quanto avvenne con Liolà. La prima redazione de Il berretto a sonagli, ritrovata nel 1965 e pubblicata solo nel 1988, può oggi diventare un mare linguistico in cui re-immergere il testo italiano, oltre che prezioso corto-circuito dal punto di vista dei contenuti. Questa prima versione, infatti, offre materia a Malosti per un lavoro di riscoperta e rilettura non solo linguistica e di ridefinizione di caratteri e ruoli affioranti dal recupero dei tagli capocomicali di Musco, mai ripristinati dall’autore nell’edizione italiana, come la perdita di una possibile co-protagonista della commedia, accanto a Ciampa, in Beatrice Fiorìca, la moglie tradita. Si tratta di un testo più duro, politicamente scorretto, a tratti ferocemente antimaschilista nelle battute, sia di Beatrice, sia dell’equivoca Saracena e che presenta varianti significative come all’inizio del secondo atto in cui il manoscritto contiene una scena totalmente espunta nella versione italiana. Afferma Malosti “Colgo nella pièce un carattere visionario e un andamento da farsa nera come in Molière. Ciampa è per me un buffone tragico, come il Nietzsche di Ecce Homo e l’Arnolphe de La scuola delle mogli”. Il berretto a sonagli si inserisce nel solco delle rivisitazioni “d’autore” di Malosti, come era accaduto con il felice lavoro tratto da La scuola delle mogli di Molière, per tre anni in tournée nei teatri italiani».
01_Comunicato stampa IL BERRETTO A SONAGLI
02_scheda Compagnia_BERRETTO A SONAGLI