Quattro grandi interpreti in un dramma che analizza le incomprensioni e le menzogne in cui si dibattono i figli di una nazione in crisi. Un testo di meticoloso realismo, costruito come se i personaggi fossero di fronte a una telecamera che li mostra con spudorata verità.

Arthur Miller è stato il drammaturgo statunitense che per oltre sessant’anni ha raccontato l’America attraverso il teatro e il cinema, plasmando personaggi in lotta contro potere, responsabilità personale e sociale, echi delle azioni passate, sensi di colpa e speranza nel futuro.
Il prezzo fotografa con spietata lucidità e amara compassione le conseguenze della devastante crisi economica che attraversò gli Stati Uniti nel ’29. Figli di un padre che ha subito drammaticamente le difficoltà di quel periodo, due fratelli s’incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per sgomberare il suo appartamento, che sta per essere demolito e nel quale sono accumulati i mobili e gli oggetti di una vita. I due contestano reciprocamente la ricostruzione della loro storia familiare e coinvolgono un vecchio broker per stabilire il prezzo dell’appartamento. Dietro questo semplice spunto emergono tutte le incomprensioni e le menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere può esercitare su chi si dibatte nella crisi. Miller tratta questo tema con la sua consueta maestria, facendoci scoprire un capolavoro che, pur venendo da lontano dialoga con i nostri giorni, così pieni di incertezze: l’interpretazione ricca di sfaccettature emotive che Orsini, Popolizio, Reale e Schilton ci offrono è un tributo a uno dei più importanti classici del nostro tempo.

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di Arthur Miller


traduzione Masolino D’Amico


con Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Alvia Reale, Elia Schilton


regia Massimo Popolizio
scene Maurizio Balò
costumi Gianluca Sbicca
luci Pasquale Mari


Compagnia Orsini