Gabriele Lavia affronta per la prima volta Brecht dirigendo e interpretando il potente dramma sulle relazioni pericolosetra scienza, morale e collettività. Il debutto italiano, diretto da Giorgio Strehler nel 1963, convinse un giovane di talento a fare del teatro la propria vita: quel giovane era Lavia.

La sola libertà per l’uomo è la pura ricerca della verità.

Grandioso affresco con ventisei interpreti e tre musicisti dal vivo, Vita di Galileo ripercorre ventotto anni della vita dello scienziato pisano, dall’euforia delle grandi scoperte alla vecchiaia, segnata dalla cecità e dal disincanto. A partire dal 1938, Brecht rielabora per oltre vent’anni il testo, con ritocchi e rimaneggiamenti, mettendo a fuoco il rapporto controverso tra cultura scientifica e cultura del potere. La prima versione vede la luce durante l’esilio dello “scrittore di teatro” in Danimarca, già modellata come una riflessione su argomenti di stringente attualità: Galileo, il fondatore della nuova fisica, è un eroe che abilmente sceglie di sconfessare le proprie scoperte per continuare la ricerca scientifica. Durante l’esilio in California, la scissione dell’atomo d’uranio prima e le bombe atomiche poi su Hiroshima e Nagasaki portano l’autore a modificare il testo: Galileo diventa un antieroe, perché abiurando ha commesso un crimine contro la società e la scienza, ne ha ostacolato l’indipendenza dal potere costituito. Ma il Galileo brechtiano rimane comunque una figura umanamente ricca, moderna perché – pur asserendo la verità contro l’ignoranza, la superstizione e il conformismo – resta in bilico perenne tra fronti contrastanti, tra verità e dissimulazione, un contrasto interiore che ricorda quello che lega l’attore al personaggio. L’uomo di scienza, che con le sue rivoluzionarie intuizioni mette a repentaglio gli equilibri teologici e sociali del suo tempo, è la metafora dello studioso moderno, dell’intellettuale perseguitato dall’inesorabile binomio scienza-fanatismo.

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di Bertolt Brecht


con Gabriele Lavia
e con Massimiliano Aceti, Alessandro Baldinotti, Daniele Biagini, Silvia Biancalana, Pietro Biondi, Francesca Ciocchetti, Gianni De Lellis, Michele Demaria, Chiara De Paolo, Luca Di Prospero,
Alice Ferranti, Giulia Gallone, Ludovica Apollonj Ghetti, Giovanna Guida, Lucia Lavia,
Andrea Macaluso, Mauro Mandolini, Luca Mascolo, Woody Neri, Mario Pietramala, Matteo Prosperi, Matteo Ramundo, Malvina Ruggiano, Carlo Sciaccaluga, Anna Scola
musiche originali Hanns Eisler
eseguite dal vivo dai musicisti della Scuola di Musica di Fiesole
Elena Pruneti (flauto), Graziano Lo Presti (clarinetto), Giuseppe Stoppiello (pianoforte)


regia Gabriele Lavia
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
luci Michelangelo Vitullo
regista assistente Giacomo Bisordi
vocal coach Francesca Della Monica
assistenti alla regia Alessandra Aricò, Simone Faloppa, Antonio Ligas
assistente alle scene Andrea Gregori
assistente ai costumi Anna Missaglia


Fondazione Teatro della Toscana
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

© Filippo Milani