Martedì 21 marzo 2017, alle ore 19.30, al Teatro Carignano, andrà in scena UNA CASA DI BAMBOLA di Henrik Ibsen, nella traduzione, l’adattamento e la regia di Andrée Ruth Shammah.
Lo spettacolo è interpretato da Filippo Timi, Marina Rocco (nel ruolo di Nora), con la partecipazione di Mariella Valentini, accanto a loro in scena Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Paola Senatore. Lo spazio scenico è di Gianmaurizio Fercioni, gli elementi scenici di Barbara Petrecca, i costumi di Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele, le luci di Gigi Saccomandi, le musiche di Michele Tadini.
Una casa di Bambola – prodotto dal Teatro Franco Parenti e dalla Fondazione Teatro della Toscana – sarà replicato al Carignano, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, fino a domenica 2 aprile.
Ci voleva Andrée Ruth Shammah e la sua capacità quasi pirandelliana di ascoltare le ragioni del personaggio per ripulire Nora Helmer dalle interpretazioni che l’hanno relegata, fin dal 21 dicembre 1879, al ruolo di vittima di un mondo maschile oppressivo e umiliante, spinta a una scelta femminista ante litteram così estrema da obbligare Ibsen a confezionare in fretta e furia un finale consolatorio per mettersi al riparo dalle critiche della benpensante borghesia norvegese. Ci aveva già pensato anche Luca Ronconi, affidando a Mariangela Melato un’altra possibilità in Nora alla prova, dando all’eroina almeno il conforto di una doppia via di fuga. Ma è con questo spettacolo che si chiarisce un aspetto già ampiamente presente nel testo originale: Nora impersona la rivolta della coscienza, ribadendo il diritto di scegliere il proprio destino senza delegare all’esterno (Dio o marito, poco importa), ribellandosi ai doveri di moglie non come risposta alla vigliaccheria maschile, ma per rivendicare il diritto all’autodeterminazione. Nora Helmer è una falena a cui nessun uomo resiste: una donna scaltra che opera in modo truffaldino come ha imparato dall’universo maschile che la circonda. E infatti tutti gli uomini in fondo sono uno solo: Filippo Timi (che interpreta i tre ruoli maschili), è alle prese con una serie di donne che ben poco hanno da invidiare a Nora per carattere e capacità di analisi.
«Il complesso intreccio – dichiara la regista Andrée Ruth Shammah – , avvincente come un thriller e intrigante come un giallo, fatto di sentimenti e passioni, truffe e calcoli, inganni, utopie e rese dei conti, è stato solo un pretesto per intraprendere un appassionante viaggio nei rapporti tra i diversi e sofisticati ruoli maschili e femminili che popolano il testo ibseniano, tenendo ben presente la natura ambigua di Nora, responsabile principale di una semplificazione ricorrente su Casa di Bambola, che nel testo, come nella vita, non esiste».