Mercoledì 21 marzo 2018, alle ore 20.45, debutterà al Teatro Gobetti di Torino il terzo spettacolo della rassegna IL CIELO SU TORINO: OGNIDÌVIENSERA progetto, regia e interpretazione di Carla Carucci. Il testo in versi è di Alice Umana, la drammaturgia di Carla Carucci e Alice Umana. Supervisione al teatro di figura e alla regia di Damiano Privitera, gli effetti sonori di Erika Sofia Sollo e Francesco Vigna, le luci e il suono di Luca Carbone, i costumi sono della stessa Carla Carucci.
Lo spettacolo, prodotto dall’Associazione La Terra Galleggiante e Teatro Lavoro, sarà replicato al Gobetti, per la Stagione 2017/2018 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, giovedì 22 marzo, alle ore 19.30.
La quarta edizione de “Il cielo su Torino” come negli anni precedenti darà la possibilità al pubblico di assistere alle ultime creazioni di alcuni tra i più interessanti artisti torinesi, selezionati attraverso un bando promosso dallo Stabile di Torino in collaborazione con TAP – Torino Arti Performative.
È sera. Nel suo laboratorio Lisetta (Carla Carucci) lavora senza tregua alla realizzazione del proprio abito da sposa, novella Penelope omerica.
Nascosta nella sua bottega, una giovane sartina cuce e ricuce, intonando cupe cantilene, solitaria, eppure non realmente sola: gradualmente, infatti, tessuti e altri oggetti di scena si animano, dando voce ai fantasmi interiori che la tormentano.
Immedesimatasi nella Penelope omerica che attende il suo Ulisse, ne ricostruisce i tormenti, trascinando lo spettatore in un universo interiore, onirico e delirante.
Lisetta però, a differenza di Penelope, non vedrà tornare il futuro sposo: incapace di accettarne la morte, rimane totalmente immersa in un lutto patologico, estremo, dove la sofferenza è portata all’eccesso.
Solo Atena, dea saggia che accompagna l’eroe verso il superamento dell’impresa e qui impersonata da un manichino sartoriale, aiuterà la protagonista a elaborare il lutto e ad accettare la scomparsa, tornando alla vita e alla luce.
Attraverso la poesia di Alice Umana, si compie così sulla scena un’autopsia del dolore, rivelando le pressanti richieste sociali di ignorare il lutto e rappresentando in chiave metaforica il processo non lineare di elaborazione della perdita, tra autoesclusione dalla mondanità, idealizzazione della persona scomparsa e, infine, accettazione.
01_Comunicato stampa OGNIDIVIENSERA
02_Scheda a cura della Compagnia