Un’appassionata Laura Curino dà voce alla storia del monument man italiano, Pasquale Rotondi, un eroe silenzioso e gentile che salvò circa diecimila opere d’arte dalla distruzione e dal saccheggio nazista. Capolavori di inestimabile valore preservati da un pugno di uomini, nella più assoluta segretezza.
Fu lui stesso a definirlo il raggruppamento di opere d’arte più importante mai realizzato al mondo. Un’operazione di salvataggio, condotta nella massima segretezza, avventurosamente, nel corso dell’intero conflitto, che permise di salvaguardare dalla distruzione bellica e dalle razzie naziste un patrimonio inestimabile. A raccontare la vicenda dell’eroe silenzioso e gentile Pasquale Rotondi, storico dell’arte cui venne affidata la delicata missione durante la Seconda Guerra Mondiale, è Laura Curino, nel monologo di cui è autrice e interprete e che ha allestito con la collaborazione amichevole di Gabriele Vacis. «Potrebbe essere un agente segreto, tanto sa scivolarti accanto passando inosservato» dice l’attrice del suo personaggio, protagonista di cinque anni, tre mesi e otto giorni di passione, tra avventure rocambolesche, scelte rischiose, decisioni sul filo del rasoio. Sembra una spy story, è la storia di un uomo normale che, nel momento cruciale, seppe obbedire alla sua coscienza. Grande interprete del teatro di narrazione, Laura Curino fa di Rotondi un ritratto appassionato: Una storia che dà coraggio, fa riflettere sul significato della parola responsabilità, e ci porta in una vicenda mozzafiato che meriterebbe un grande film.