Al Teatro Carignano di Torino, martedì 20 novembre 2018, alle ore 19.30, debutta COPENAGHEN di Michael Frayn, interpretato da Umberto Orsini, Massimo Popolizio e da Giuliana Lojodice diretti da Mauro Avogadro. Le scene sono di Giacomo Andrico, i costumi di Gabriele Mayer, le luci di Carlo Pediani e il suono di Alessandro Saviozzi.
Lo spettacolo, prodotto da Compagnia Umberto Orsini e dal Teatro di Roma – Teatro Nazionale in coproduzione con CSS Teatro Stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, resterà in scena al Carignano per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 2 dicembre.
La pièce di culto di Frayn torna con un cast stellare: Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice. Uno storico quanto misterioso incontro tra due fisici, Werner Karl Heisenberg e Niels Bohr, nella Danimarca del 1941, occupata dai nazisti, a pochi anni dalla costruzione della bomba atomica.
Un confronto etico sui limiti della ricerca scientifica? Un dialogo filosofico sulla condizione umana? O una questione privata? Sullo sfondo del “Progetto Manhattan”, nel 1941, a Copenaghen, nella Danimarca sotto l’occupazione nazista, avvenne l’incontro tra il fisico tedesco Werner Karl Heisenberg e il suo maestro Niels Bohr. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica ma su fronti opposti (Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco, Bohr mezzo ebreo), probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due ebbero una conversazione il cui oggetto resta oscuro. Attorno a questo mistero ruota il testo del drammaturgo britannico Michael Frayn, diventato un classico del teatro contemporaneo, in un intreccio di piani temporali, con porte che di continuo si aprono proiettando i personaggi verso luoghi ed azioni del passato, spiega il regista Mauro Avogadro. Tre interpreti d’eccezione – Umberto Orsini nei panni di Niels Bohr, Giuliana Lojodice in quelli di sua moglie Margrethe e Massimo Popolizio nel ruolo di Werner Karl Heisenberg – per un allestimento che rende omaggio al grande teatro di recitazione. I tre protagonisti si incontrano e si scontrano come particelle dell’atomo, nel tentativo di fare i conti con il passato e dare un senso alle azioni e alle scelte della loro vita. «Vittime anch’essi – dice Avogadro – di quel “nucleo finale di indeterminazione” che sta nel cuore delle cose». Con questo progetto prosegue il sodalizio tra la Compagnia di Orsini e Popolizio, iniziato con la regia de Il prezzo di Arthur Miller.
COPENAGHEN UN PROCESSO PRIVATO A PORTE CHIUSE
Non è solo il successo riscosso a Londra e a Parigi da Copenaghen di Michael Frayn la ragione della messinscena di questo testo nel nostro Paese. Commedia affascinante per l’originalità dei temi e della struttura, Copenaghen è quasi un “processo privato” a porte chiuse. Porte che di continuo si aprono proiettando i personaggi verso luoghi ed azioni del passato. Luoghi mentali, forse, ma per noi tutti reali: la bomba atomica, il genocidio, la funzione positiva, e al tempo stesso pericolosa, della scienza. Copenaghen offre la possibilità di proporre, citando Montale, “un teatro fondato sul valore della parola e non sui trucchi dell’arte spettacolare, ancor oggi, e forse per molto tempo ancora, addirittura inimmaginabile in Italia”. Come particelle dell’atomo che si incontrano e si scontrano, i tre personaggi al centro dell’opera cercano di dare un senso alle azioni della loro vita, vittime anch’essi di quel “nucleo finale di indeterminazione che sta nel cuore delle cose”. Indispensabili, quindi, tre interpreti d’eccezione; vale a dire, tre attori che “eccezionalmente” abbandonino le loro certezze interpretative per affrontare un testo “senza modelli”.
Mauro Avogadro
Per RETROSCENA
il progetto realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale con l’Università degli Studi di Torino / Dams – Università degli Studi di Torino / CRAD
al TEATRO GOBETTI
mercoledì 21 novembre 2018, ore 17,30
Umberto Orsini, Giuliana Lojodice, Massimo Popolizio dialogano
con Franco Perrelli (DAMS/Università di Torino) su COPENAGHEN di Michael Frayn.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti in sala
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