Al Teatro Carignano di Torino, martedì 22 gennaio 2019, alle ore 19.30, debutta I MISERABILI di Victor Hugo, nell’adattamento teatrale di Luca Doninelli, con la regia di Franco Però. Lo spettacolo è interpretato da Franco Branciaroli e da (in ordine alfabetico) Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo.
Le scene sono di Domenico Franchi, i costumi di Andrea Viotti, le luci di Cesare Agoni, le musiche di Antonio Di Pofi.
I Miserabili, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, dal CTB Centro Teatrale Bresciano e da Teatro de gli Incamminati, resterà in scena al Carignano per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 27 gennaio.
Franco Branciaroli è il galeotto redento Jean Valjean nella versione per il teatro del monumentale romanzo di Victor Hugo, con la regia di Franco Però.
«Un’impresa temeraria» la definisce lo scrittore Luca Doninelli, artefice della sfida: l’adattamento del romanzo “monstre”.
Un romanzo, bestseller dal 1862, patrimonio dell’umanità. Un testo, 1500 pagine, talmente fluviale che quasi nessuno ha letto per intero.
Una saga, quella del galeotto redento Jean Valjean, che è simbolo universale del riscatto dei reietti. Portato in tv nel ’64 dallo sceneggiato Rai con la regia di Sandro Bolchi, I miserabili di Victor Hugo arriva in palcoscenico nell’ambizioso e toccante adattamento firmato dallo scrittore Luca Doninelli. «Un fiume in piena di cui noi restituiremo un’onda o poco più» dice Franco Però, regista dello spettacolo. Franco Branciaroli è Jean Valjean, che rivive la storia del generoso galeotto, ma anche del suo persecutore, l’ispettore Javert, e di Fantine, Cosette, Marius, Gavroche, Eponine, del perfido Thénardier e dei tanti personaggi che compongono la sterminata sinfonia umana di Hugo.
Un racconto che tocca temi universali come la dignità, il dolore, la misericordia, la giustizia, il male, la redenzione. Con la strenua lotta per la sopravvivenza «dell’uomo che vive nei sotterranei più impenetrabili della società e non è quasi più un uomo», il romanzo parla anche all’epoca presente. E la riscrittura di Luca Doninelli è dunque anche occasione di analisi (e critica) della società contemporanea, dove i poveri, gli ultimi, i miserabili, come Valjean, sono dimenticati: non hanno niente e non possono contare sul futuro.
02_Comunicato a cura della Compagnia