Martedì 30 aprile 2019, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti, debutta per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino PETRONIA uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Francesco d’Amore e Luciana Maniaci; con loro in palcoscenico David Meden. Le scene di Stefano Zullo, light designer Fabio Bonfanti.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dalla compagnia Maniaci d’Amore con il sostegno del Teatro Baretti di Torino, sarà replicato al Teatro Gobetti fino a domenica 5 maggio 2019.
Un mondo cristallizzato, dove nulla accade e fiction e realtà si scambiano i ruoli. I Maniaci d’Amore tornano nel paese immobile del precedente, acclamato, Il desiderio segreto dei fossili
con una drammaturgia inedita e un nuovo allestimento coprodotto dal Teatro Stabile di Torino.
Benvenuti a Petronia, il paese immobile, fatto di pietre e di attesa, dove nulla accade. Qui vivono due sorelle, Pania e Amita, che consumano i loro vuoti, infelici giorni seguendo una eterna serie tv, che dura da secoli. La trama avvincente che osservano sul piccolo schermo è per loro l’unico esempio di una vita diversa, avventurosa. Pania è da sempre incinta e non partorirà mai; Amita sogna che l’amore, o perlomeno la morte, spezzi la lunga sfibrante calma della sua vita. Sarà un cortocircuito tra la realtà desolata della loro esistenza e l’eccesso di azione della finzione televisiva a ribaltare il senso di tutto e a capovolgere dinamiche e sentimenti.
Dopo Il desiderio segreto dei fossili, i Maniaci d’Amore (Francesco d’Amore e Luciana Maniaci) tornano a Petronia, luogo nel quale hanno costruito il loro immaginario livido e sferzante.
Premiati come una delle compagnie di nuova drammaturgia più interessanti e originali degli ultimi anni, a partire dagli elementi della precedente esperienza realizzano una drammaturgia inedita e un nuovo allestimento. Uno spettacolo divertente, amaro e coraggioso, fatto di estremi – il silenzio e il tumulto, l’azione e il sonno, la pietra e l’acqua, il pieno e il vuoto – che si interroga sull’immaginazione come unica forza capace di rivoluzionare le nostre vite.