Al Teatro Carignano di Torino martedì 30 giugno 2020, alle ore 21.00, va in scena: LUCIDO di Rafael Spregelburd, traduzione di Valentina Cattaneo e Roberto Rustioni, con la regia di Jurij Ferrini che sarà in scena con Rebecca Rossetti, Agnese Mercati, Federico Palumeri. Le luci e il suono sono di Gian Andrea Francescutti. Lo spettacolo, prodotto da TPE – Teatro Piemonte Europa e Progetto U.R.T. sarà replicato fino a domenica 5 luglio.
Lucido è inserito nella rassegna SUMMER PLAYS. Sere d’estate al Teatro Carignano organizzata dal Teatro Stabile di Torino e da TPE – Teatro Piemonte Europa.
Se un tuo congiunto ti avesse donato un rene per salvarti e ora te lo richiedesse indietro per la vita di un’altra persona cara, cosa faresti? È la situazione – surreale ma non troppo – attorno cui il drammaturgo argentino Rafael Spregelburd costruisce il suo Lucido: una commedia moderna e originale che ha vinto nel 2011 il Premio Ubu per il miglior nuovo testo straniero.
Buenos Aires, oggi. Dopo quindici anni di assenza – lontana da casa e da sua madre Teté – Lucrezia torna a reclamare il rene che da bambina ha donato al fratello minore Luca. In una letterina dice, anzi, di averglielo «prestato». Pare che ora il marito di Lucrezia, si trovi ricoverato in ospedale in dialisi e ne abbia urgente bisogno. Restituendo quel rene, Luca salverebbe la vita al cognato. A rischio naturalmente della sua. La trattativa sarà da incubo. La lucidità decisamente sporadica e i continui colpi di scena modificheranno la trama e le vere motivazioni dei personaggi. A dettagliare ulteriormente il soggetto si rischierebbe un inaccettabile spoiler… Ma il meccanismo a orologeria che si innesca è perfetto, pieno di humour nero e di dialoghi ingegnosi e pirotecnici.
Note di regia di Jurij Ferrini
«Non c’è nulla che assomigli alla scrittura di Rafael Spregelburd. Potrebbe sembrare il plot di una telenovela eccessiva, storta, deformata; ed è proprio da questo materiale che Spregelburd ricava un universo comico, paradossale e in continuo movimento. Quando ho iniziato a leggere i suoi testi mi sono sorpreso a ridere fino alle lacrime. La sua comicità non è mai banale, è caustica, spietata, scorretta verso gli abitanti di quella parte del globo che risponde al nome di “Occidente”. Sbugiarda i falsi valori e l’ipocrisia su cui si impernia il nostro patto sociale. Spregelburd parla di noi, di un’umanità che ha perso ogni contatto con il mondo reale e si diverte a mostrarci la sua anti-tragedia. Mentre l’eroe classico combatte o riflette, muovendosi alla ricerca della soluzione di un qualche dilemma inferto del Destino, mentre l’eroe quindi cerca ad ogni costo la verità; l’anti-eroe moderno si muove al solo scopo di evitare la catastrofe, pronto a mentire a chiunque, perfino a se stesso, pur di evitarla… la paura della catastrofe fa in modo che il senso del tragico venga spodestato dal senso del ridicolo.
È un autore capace di far ridere a differenti livelli, di nascondere il senso per tutto lo spettacolo per mostrarlo solo al momento opportuno, occultandolo tra significati provvisori, che poi in scena vengono continuamente smentiti. Per apprezzare nella sua interezza un’opera di Spregelburd occorre ridere; ridere molto, lasciarsi andare; e a noi interpreti è consegnato questo arduo compito. Spesso alcuni allestimenti, anche importanti e di artisti notevoli, sono caduti proprio su questo aspetto fondamentale: mancavano di comicità. La risata, anche amara o atroce, è l’unico accesso al suo mondo, alla sua realtà scenica. La fantasia di Spregelburd nel costruire storie per la scena, l’originalità nel tratteggiare un iper-realismo, la peculiarità del suo linguaggio si mescolano in Lucido fino a farne una delle pièces più riuscite, a mio parere. I tempi sono maturi per il pubblico italiano: è venuto il momento di conoscere profondamente questo autore e divertirsi della sua straordinaria capacità artistica. Mi sento di rischiare addirittura un vaticinio: di Spregelburd ci si ricorderà nei secoli a venire. Non perdetevelo».
Rafael Spregelburd, classe 1970, è artista di punta della nuova scena argentina. Regista, autore, traduttore e attore di teatro e cinema, ama definire se stesso «teatrista». Spregelburd esplora percorsi drammatici che rigettano il paradigma causa-effetto e la tradizionale triade aristotelica «inizio-svolgimento-fine» a vantaggio di una poetica della catastrofe e di uno sviluppo dell’azione influenzato dalla teoria del caos, dalla fisica quantistica e dalla geometria dei frattali. Il suo teatro si è rivelato opera di richiamo internazionale che schiva qualsiasi moda o etichetta e gli ha valso numerosi premi, tra i quali il Tirso de Molina (La estupidez), due Ubu (Bizarra nel 2009 e Lucido nel 2011), il Casa de las Americas di Cuba (La paranoia), il Premio Nacional (La terquedad), il Premio Municipal (Cucha de almas). Il suo ciclo Eptalogia di Hieronymus Bosch (2001-2011) porta in scena i nuovi vizi capitali del mondo contemporaneo come la Stupidità, la Paranoia e l’Ostinazione.