Comunicare, comunicazione, messaggio e mezzo.
Il gruppo Congiunzioni si occupa di questo. Dialoghi e relazioni per superare il distanziamento. Obiettivo realizzare una campagna di comunicazione: nei mesi del lockdown, ci è stato consegnato con insistenza il significato della parola “congiunti”. Era un momento particolare, nel quale la vita restituiva tutto fuorché il contatto e gran parte del quotidiano si svolgeva nella tecnosfera, in assenza di fisicità. Il gruppo ha iniziato così a porsi delle domande sulla funzione del teatro e sulla necessità di parlare agli esseri umani che hanno vissuto (e vivono tuttora) una distanza, protratta nel tempo.
E per rispondere a queste domande hanno dovuto necessariamente riflettere su loro stessi: cosa è un attore oggi? Cosa può diventare il teatro oggi? Cosa ha da dire? E soprattutto, questo rapporto tra distanza e congiunzione come può essere superato in un’epoca nella quale nonostante la comunicazione sembri importante l’individuo “subisce” – suo malgrado – una sovraesposizione alle informazioni?
Una cosa è certa la distanza ci fa sentire l’assenza e sembra che il teatro manchi al pubblico pertanto, diventa necessario aprire un dialogo. Lo “dice” anche Google (come ha mostrato l’esperta, Alice Avallone, che è intervenuta in uno degli incontri del gruppo). Ma di questo leggerete nella cronaca approfondita della prima settimana di lavoro che pubblicheremo tra qualche giorno. Intanto provate anche voi a googolare “mi manca il te…” e guardate il primo risultato.
(S. C.)