«La scrittura per il teatro non è un esercizio di scrittura. Piuttosto, è un parlare dentro di te, delle voci che poi traduci in scrittura. In questo senso è qualcosa di più e contemporaneamente qualcosa di meno della scrittura. E, una volta in scena, la scrittura drammaturgica ti restituisce molto di te stesso».
Antonio Tarantino
Si è spenta oggi una delle voci teatrali più ruvide e commoventi del nostro tempo: Antonio Tarantino, nato a Bolzano 82 anni fa, si è spento a Torino, la città dove viveva e che gli aveva fornito lo spunto per molti dei suoi personaggi marginali e commoventi. Era arrivato tardi alla fama, dopo aver iniziato una carriera da pittore: nel 1993 si era aggiudicato il Premio Riccione con Stabat Mater e La passione secondo Giovanni. Dello stesso anno Il vespro della Beata Vergine che, assieme a Lustrini, componeva Quattro atti profani, tetralogia che nel 2009 il Teatro Stabile di Torino aveva prodotto per la regia di Valter Malosti e l’interpretazione di Maria Paiato, Valter Malosti, Mauro Avogadro, Michele Di mauro, Mariano Pirrello. Per questo spettacolo Malosti aveva ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2009.
Una scrittura potente, quella di Tarantino, uomo schivo che ha vissuto in solitudine molta parte della sua vita, in contrasto alla vivacità drammaturgica della sua opera, giocata tra quotidianità, storia e teatralità, nutrite di un ritmo poetico unico e indimenticabile.