Babilonia Teatri (Enrico Castellani e Valeria Raimondi) si distinguono per un linguaggio estremo, pop, rock, punk. Drammaturgie sferzanti che parlano delle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle.
Jesus non è uno spettacolo sulla religione in sé, ma sul consumismo religioso, che mantiene il tono sferzante che è cifra stilistica della compagnia. Jesus è un’ironica riflessione sull’esposizione mediatica di Gesù: affrescato, dipinto, tatuato, moltiplicato anche nella posta tra i dépliant, nella marca dei jeans, sulle copertine delle riviste. Così come accade al Pontefice, icona al pari delle rockstar, diffuso e frainteso alla stessa velocità. Come ci si pone rispetto a una figura, quella di Gesù, che soprattutto per il nostro Paese, non è solo religione, è anche un fatto culturale, da cui non si può prescindere? E sulle note di Personal Jesus dei Depeche Mode, ci si interroga laicamente su quanto pesi ancora sulla nostra società l’uomo della croce.