Nel 1972 Lee Radzwill, sorella di Jacqueline Kennedy, commissiona a David e Albert Maysles un documentario sulla sua famiglia. È così che i due cineasti fanno la conoscenza di Grey Gardens, una casa in rovina sull’oceano, e delle sue eccentriche abitanti.
Dopo la decisione della committente di abbandonare l’idea del documentario, i Maysles proseguono autonomamente il lavoro, tornando nella villa e girando nel 1975 quello che diventerà un capolavoro del direct cinema: Grey Gardens, l’indimenticabile ritratto di Edith Ewing Bouvier Beale e sua figlia Edith Bouvier Beale, zia e cugina di Jacqueline Kennedy. Le due Edith, protagoniste fino agli anni 50 della vita mondana newyorkese, divennero in seguito simbolo di scandalo e decadenza: volontariamente isolate nella loro villa a East Hampton, si abbandonarono al degrado, anno dopo anno, in una casa sommersa dalla spazzatura e invasa da gatti, zecche e procioni. ll documentario fotografa con spietatezza ed empatia la loro vita quotidiana. L’adattamento teatrale di Elena Serra e Chiara Cardea si concentra sul rapporto tra le due donne, fatto di recriminazioni e affetto, amore e odio. Le due attrici hanno studiato e tradotto i dialoghi del film e approfondito la vicenda di Big Edie e Little Edie, scoprendo inaspettate analogie con la propria biografia artistica. Da questo lavoro nasce una drammaturgia originale che colloca il racconto teatrale su due livelli: c’è la storia di una donna alla ricerca della propria indipendenza e di una madre quasi disincarnata, che prende vita attraverso le proiezioni ossessive della figlia sul suo ruolo e le sue responsabilità, e c’è il rapporto tra un’attrice alla ricerca della propria maturità creativa e una regista che guida, quasi invisibile, il suo percorso, in una tensione continua di complicità e contrasto. La prova delle attrici si colloca in un’autentica installazione teatrale, di cui sono co-protagonisti i costumi, la scena e il progetto sonoro, che attraverso deviazioni e citazioni musicali sottolineano il livello metateatrale del racconto.
«La storia di queste due donne ci ha subito colpite. Incarnano l’icona della diva in decadenza di Viale del tramonto, la ribellione alla borghesia e il rapporto incestuoso delle Serve di Genet, l’inesorabile e ironica disperazione della Winnie di Beckett. Le due donne sono costantemente in bilico sull’orlo della sopravvivenza materiale e della follia, vivono l’ossimoro della reclusione che le rende libere; dispongono ed espongono i loro corpi, felici di un narcisismo e di una vanità totalmente scevre di ogni influenza sessuale».
Elena Serra
Prima Nazionale
di e con Chiara Cardea e Elena Serra
voci off Michele Di Mauro, Vittorio Camarota, Matteo Baiardi
regia Elena Serra
progetto sonoro Alessio Foglia
scena e luci Jacopo Valsania
costumi e trucco Anna Filosa
assistente alla regia Davide Barbato
artwork Donato Sansone aka Donny Sansuca
foto Luigi Ceccon
coordinamento e organizzazione Davide Barbato
ufficio stampa Giulia Taglienti
direzione tecnica Loris Spanu
produzione Serra/Cardea
produzione esecutiva Teatro della Caduta
con il sostegno di Renaise – abiti d’Altra moda / Tiramisù alle Fragole / Lumeria
progetto realizzato in collaborazione con Terre Spezzate / Arca Studios / il Circolo dei lettori / Il Piccolo Cinema
ringraziamenti Simone Schinocca e Teatro bellARTE,
Giorgio Ghibaudo e Arcigay Torino
Silvia Mercuriati e TLC Teatro Laboratorio Creativo
Nello Rassu e Laboratorio Multimediale Guido Quazza
La McMusa