Messo in scena dal regista lituano Rimas Tuminas nella versione italiana adattata da Fausto Paravidino, l’ultimo testo scritto da Ibsen è un dramma sociale che parla di verità, sepolte e poi svelate, e fin dalla sua prima rappresentazione (1881) non ha mai smesso di appassionare il pubblico europeo, pur colpendolo nel suo punto più debole e frantumando quel guscio di conformismo che protegge la società borghese. I “fantasmi” che attraversano le vite di Helene Alving e suo figlio Osvald non sono altro che le illusioni che nascono dalle loro debolezze, le bugie che si sono raccontati per una vita e che li hanno congelati dentro a rigide gabbie sociali e malesseri esistenziali. Spettri racconta la loro fine, perché fin dal primo atto tutte queste invisibili architetture iniziano a collassare, crudeli segreti riemergono dal passato e ogni perbenismo si sgretola rivelando ognuno per l’individuo libero che è.
di Henrik Ibsen
versione italiana e adattamento Fausto Paravidino
con Andrea Jonasson, Gianluca Merolli, Fabio Sartor,
Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo
regia Rimas Tuminas
scene e costumi Adomas Jacovskis
musica Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibelius, Georges Bizet
luci Fiammetta Baldiserri
Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale