Due storie d’amore deflagranti che si consumano in due epoche diverse, esplorando le molteplici sfumature di tradimento, perdono e destino: alla ricerca di un’esistenza più piena e più facile da vivere.
Talento capace di calarsi nei panni di personaggi sempre diversi, Luca Zingaretti dirige e interpreta un testo del drammaturgo e attore americano di origini greche Alexi Kaye Campbell, i cui dialoghi brillanti esplorano temi come caso, amore e lealtà, sollevando interrogativi sulla nostra vita contemporanea, sulle scelte gay o etero che tutti siamo chiamati ad abbracciare o a giudicare. The Pride, che ha debuttato al Royal Court Theatre di Londra vincendo il Critic’s Circle Award e l’Olivier Award, è molto più di un testo provocatorio: è un’opera che giustappone situazioni ambientate in anni repressivi ad altre che appartengono al più libero ma ancora imperfetto presente. L’orgoglio è un gioco costruito sull’alternanza tra due storie che si svolgono in periodi di tempo distinti, il 1958 ed il 2008. In ognuno di essi i tre personaggi principali condividono gli stessi nomi e sono interpretati dagli stessi attori, ma la loro sorte è condizionata dalle epoche in cui vivono: le azioni sono le medesime, ma gli esiti sono molto diversi. Nel 1958 Philip è sposato con Sylvia, che sta lavorando alle illustrazioni dell’ultimo libro per bambini di Oliver: quando i due uomini si incontrano comincia tra loro un gioco che maschera un’attrazione impossibile da affrontare esplicitamente. Mezzo secolo dopo Philip, un photo-reporter, lascia Oliver, giornalista di talento con cui ha una relazione, a causa dei suoi continui tradimenti. Oliver si avvicina a Sylvia, presentatagli proprio da Philip, per contrastare la solitudine e cercare di capire grazie alla sua amicizia le ragioni del proprio comportamento.