Amore e rabbia, tristezza e furore sono i sentimenti che trova Agamennone, interpretato da Paolo Graziosi, quando torna ad Argo dopo la guerra.
Paolo Graziosi e Elena Ghiaurov sono gli interpreti di una riscrittura contemporanea del classico greco, analizzato nei suoi elementi essenziali: il male compiuto non può essere cancellato, l’amore perduto non può essere riconvertito, la vita consumata rimane irrecuperabile ai vivi. Agamennone ritorna ad Argo dopo dieci anni di guerra, ma non solo la sua città e il suo popolo, non solo sua moglie Clitemnestra, ma la vita stessa non è più quella che aveva lasciato. Una nostalgia simile alla violenza si è impadronita delle menti, e nel tempo è diventata ferocia. La città è in preda all’anarchia e al disordine: in dieci anni tutto sembra irrevocabilmente cambiato; il paese è logorato dalla crisi e dalla fame, in un tempo che è livida trasfigurazione dell’oggi, a ridosso di una guerra dove tutto si è perso e nulla si è guadagnato. Agamennone, rielaborato da Fabrizio Sinisi, tra i nomi emergenti della nuova drammaturgia italiana, mette in evidenza come nell’impossibilità di redimere e riafferrare il passato, il tragico torni ad accadere, e si faccia brutalmente contemporaneo.