Michela Cescon e Marco Tullio Giordana riescono nella delicata impresa di raccontare il tormento di una madre che, per quanto lo desideri, non riesce a capire fino in fondo la vita alla quale il figlio, il suo unico figlio dal corpo mortale, ha rinunciato.
Vorrei non fosse successo quello che è successo. O avesse preso un altro corso. Non potevamo essere risparmiati?
Dopo il grande successo di The Coast of Utopia, prodotto dal Teatro Stabile di Torino nella stagione 2011/2012, si riforma la coppia artistica formata da Marco Tullio Giordana, che da tempo affianca alle regie cinematografiche quelle di prosa, e dalla pluripremiata attrice Michela Cescon. L’incontro avviene attraverso le parole di Colm Tóibín, uno dei maggiori scrittori irlandesi contemporanei, con un presente di impegno per i diritti gay. In questo breve e intenso romanzo, Tóibín riscrive il rapporto fra Maria e suo figlio, nei giorni della predicazione alle folle e poi in quelli drammatici della condanna e della crocifissione. È la madre stessa che parla, che ricorda, cercando di accettare il destino atroce che ha colpito il giovane amatissimo figlio e lei stessa. Una Passione in cui la figura di Maria è solo e fortemente umana, lontana dalla agiografia cattolica che la vede dolente e consapevole del grande piano di salvezza di cui il figlio di Dio si è reso protagonista. Scrive Michela Cescon: «Nel progetto di Stoppard ho dovuto rinunciare a stare in scena perché la cura che mi richiedeva la produzione era tanta e impegnativa. Abbiamo cominciato a cercare un testo che avesse quindi un ruolo per me, certi di voler affrontare nuovamente un lavoro sul contemporaneo ma che avesse sempre altezze come i classici. Quando ho letto The Testament of Mary di Tóibín ho capito subito che era il testo giusto, mi sono commossa, mi sono sentita avvolta e, chiuso il libro, la mia immagine di Maria non è più stata la stessa. Ho sentito profondamente il tema madre e figlio, come lo narra lo scrittore, dove la personalità, il talento e il forte destino di un ragazzo risultano dolorosamente incomprensibili e inaccettabili da una madre, perché troppo piena di paura e di amore. Sono certa che diretta dal tocco chiaro ed elegante di Giordana arriverò a “pronunciare” queste parole cariche di tenerezza e di rabbia facendo diventare per me e per gli spettatori Il Testamento di Maria un’esperienza importante e che ci riguarda personalmente».