È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma. La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l’allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che sa imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall’altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che “c’è chi è nato per zappare”, e il doppiolavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze. Fra una diatriba didattica e l’altra, si insinua la vita, con le sue frustrazioni quotidiane e amori che nascono e muoiono secondo il ciclo dell’anno scolastico e dell’orario di lezione. Era il 1992 quando andò in scena per la prima volta Sottobanco, pièce teatrale tratta dagli scritti di Domenico Starnone. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali lo rendono uno spettacolo irresistibilmente comico. La messa in scena, interpretata da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti, divenne presto un cult. Tanto che nel 1995 lo stesso Luchetti ne trasse il film La scuola. ≪Ho deciso – dice Silvio Orlando – di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera; fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos’è successo poi≫.