È estremamente doloroso dare l’addio a una figura così presente e partecipe della vita del teatro italiano, come è stata Maria Grazia Gregori.
Critica e studiosa di teatro, punto di riferimento per il mondo dell’organizzazione teatrale, si è spenta nella sua Milano, la città dove aveva vissuto e lavorato a fianco dell’inseparabile marito Italo, con il quale era una presenza assidua non solo nei teatri, ma nei festival di tutta Italia. Protagonista delle pagine della critica su “L’Unità”, amica dei più importanti esponenti della regia e della critica del secondo Novecento (da Giorgio Strehler a Luca Ronconi, da Roberto De Monticelli a Franco Quadri), insegnante inflessibile quanto appassionata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica di Milano Paolo Grassi, ha saputo fino all’ultimo cogliere, nei suoi pezzi colti e pungenti, lo spirito del tempo, continuando a scrivere anche dopo che gli spazi sulla carta stampata si sono ridotti, attraverso
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Il suo caschetto nero, il suo sguardo acuto e la sua battuta pronta ne hanno fatto un riferimento per generazioni di teatranti, così come di studenti o di giornalisti. Il Teatro Stabile di Torino la vuole ricordare con affetto e stima, come si conviene a una grande Signora.