Martedì 29 novembre 2022, alle ore 19.30, debutta al Teatro Carignano lo spettacolo Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, adattato e diretto da Arturo Cirillo. Lo spettacolo è interpretato dallo stesso Cirillo e da (in ordine alfabetico) Rosario Giglio, Francesco Petruzzelli, Valentina Picello, Giulia Trippetta, Giacomo Vigentini; le scene sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Paolo Manti, musica originale e rielaborazioni di Federico Odling. Arturo Cirillo porta in scena l’indimenticabile storia d’amore di Cyrano, Rossana e Cristiano, contaminandola con musiche e canzoni del varietà e del teatro-canzone novecentesco. In un carosello di mantelli, piume, cappelli a cilindro e paillettes il poeta spadaccino, raccontato da Edmond Rostand alla fine dell’Ottocento, abbandonerà qui le sue malinconie per diventare un performer, che soltanto sul palco riesce a riconoscersi fino in fondo. Non solo parole e poesia, dunque, ma un vero e proprio spettacolo musicale che ci restituirà il nasuto guascone in una forma ancora più visionaria – ma certamente più umana – lasciando da parte il canone dell’uomo di spada ed eroe della retorica. Cyrano de Bergerac è prodotto da Marche Teatro, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e sarà replicato per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale fino a domenica 4 dicembre 2022.
Note sullo spettacolo a cura della Compagnia
«Andare con il ricordo – dichiara Arturo Cirillo – ad un musical da me visto da ragazzino a Napoli, nell’ancora esistente Teatro Politeama, è stato il primo moto di questo nostro nuovo spettacolo. Il musical in questione era il Cyrano tratto dalla celeberrima commedia di Rostand, a sua volta ispirata ad un personaggio storicamente vissuto, coetaneo del mio amato Molière. Riandare con la memoria a quella esperienza di giovane spettatore è per me risentire, forte come allora, l’attrazione per il teatro, la commozione per una storia d’amore impossibile e quindi fallimentare, ma non per questo meno presente, grazie proprio alla finzione della scena. Lo spettacolo che almeno trentacinque anni dopo porto in scena non è ovviamente la riproposizione di quel musical (con le musiche di Domenico Modugno) ma una continua contaminazione della vicenda di Cyrano di Bergerac, accentuandone più il lato poetico e visionario e meno quello di uomo di spada ed eroe della retorica, con delle rielaborazioni di quelle musiche, ma anche con elaborazioni di altre musiche, da Édith Piaf a Fiorenzo Carpi. Un teatro canzone, o un modo per raccontare comunque la famosa e triste vicenda d’amore tra Cyrano, Rossana e Cristiano attraverso non solo le parole ma anche le note, che a volte fanno ancora di più smuovere i cuori, e riportarmi a quella vocazione teatrale, che è nata anche grazie al dramma musicale di un uomo che si considerava brutto e non degno d’essere amato. Un uomo, o un personaggio, in fondo salvato dal teatro, ora che il teatro ha più che mai bisogno di essere salvato».