A Michele Riondino, apprezzato talento di cinema, teatro e televisione, Àlex Rigola affida l’elogio funebre di Marco Antonio per Cesare, ruolo interpretato da una vibrante Maria Grazia Mandruzzato.
Sono molte le domande che la prima grande tragedia di Shakespeare pone: la violenza è lecita? Esiste la democrazia? Come si riesce a convincere qualcuno a diventare assassino? Come si pianifica una rivoluzione? Omaggio al potere e alle sue regole di autoconservazione, immutate in ogni tempo, Giulio Cesare è datato 1599, prima delle grandi tragedie storiche shakespeariane. Nella rivolta di Bruto e Cassio, nella risposta di Ottaviano e Marco Antonio, emergono le contraddizioni del comportamento individuale. I congiurati, una volta portato a termine il loro piano, non sono in grado di prevederne le conseguenze. Ingenui, non sanno che il loro sogno repubblicano svanirà in altra violenza. Non ci sono eroi in questo Giulio Cesare, perché tutto cambia. Nel ruolo di Cesare, Maria Grazia Mandruzzato condensa tante espressioni di donne al comando, che replicano in economia e in politica la stessa algida determinazione del mondo maschile. Rigola sfrutta un imponente apparato multimediale per amplificare la portata di questo dramma epico appassionante, che ruota intorno al fascino del potere per il potere, un tarlo che muove gli animi dei protagonisti, finendo per travolgere tutto e tutti.