Due attori e fratelli, Maddalena e Giovanni Crippa, danno voce all’affascinante libro di Marco Malvaldi che dimostra che poesia e scienza non sono opposte, ma convergono
nella tensione alla conoscenza del mistero del reale.
Gli estremi della cultura umanistica e di quella scientifica si intrecciano in questo affascinante testo che parte dall’omonimo libro di Marco Malvaldi, L’infinito tra parentesi, edito da Rizzoli, che attraverso vicende apparentemente quotidiane ci sfida a entrare nel complesso rapporto tra letteratura/poesia e scienza, per interrogarci su quale debba essere la guida del nostro tempo. Malvaldi, romanziere, giallista e chimico, mescola le sue conoscenze umanistiche e scientifiche per dare vita a un itinerario tra Oppenheimer e la poesia, Star Trek e il teletrasporto, Carl Barks (il papà di Paperino), Lucrezio e la teoria cinetica dei fluidi. A dare voce alle sue parole e a situazioni in cui conoscenza e ironia vanno di pari passo sono due attori e fratelli: Maddalena e Giovanni Crippa. Fratelli anche in scena, nei ruoli di Francesca e Paolo, lei umanista lui scienziato, entrambi con due carriere di successo come docenti universitari. Quando Paolo lotta per diventare rettore scoppia il conflitto tra due diverse concezioni della realtà. «Non ne posso più di vedere l’Università dominata dalla scienza e dalla tecnica», protesta Francesca, che sostiene la necessità di una visione più ampia del sapere, che non sia ridotto solo a uno sguardo di «tecnici che stringono un pochino più forte una vite progettata da altri».