Comicità amara e humour al vetriolo per la riscrittura dell’Ubu Roi di Natalino Balasso: Toni Sartana smette i panni del pistolero western anni ’60, tutto violenza e ignoranza, per tentare un’ascesa politica che altri non è se non l’epopea della ricerca del potere fine a se stesso.

Nel Nordest, la famigerata “locomotiva d’Italia”, non c’è più spazio per umanità o onestà. Meglio possedere a tutti i costi e così l’Ubu Roi veneto di Balasso, quasi duecento anni dopo il Mazzarò di Verga, cerca la sua “roba” in un mondo che ha perso ogni coordinata. E come da manuale lo fa arraffando, imbrogliando, rubando, tradendo amici e parenti, malvagio e ridicolo come l’antieroe degli spaghetti western Sartana. La Cativissima è la prima commedia di una trilogia dedicata a Toni Sartana, personaggio surreale e fuori dagli schemi, il quale non ha mezzi termini, non ha remore morali. Da semplice sindaco di un piccolo paese di campagna raggiunge i vertici del suo partito, tradendo anche i compagni di strada pur di diventare la massima carica della Regione Serenissima: “Asessore ai Schei”. E dal momento che nulla può fermare la sua sete di potere, avanzerà verso nuove mete, fino a una rovinosa caduta. Ma, proprio come Ubu e forse anche come Willy di fronte al Coyote, Sartana ha la consistenza dei pupazzi di gomma, non si fa mai male, casca sempre in piedi, pronto per nuovi traguardi. In un calembour di italiano, veneto e pronunce locali, Balasso in scena nei panni del protagonista dirige un gruppo di giovani e talentuosi interpreti.

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di e con Natalino Balasso


e con (in ordine alfabetico) Francesca Botti, Marta Dalla Via, Andrea Pennacchi, Silvia Piovan, Stefano Scandaletti


regia Natalino Balasso
scene Alberto Nonnato
costumi Lauretta Salvagnin
luci Paolo Pollo Rodighiero
musiche L’Orchestrina di Molto Agevole


Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale