Un surreale rapporto sadomasochistico tra la grande attrice e il suo segretario. Una partita a due ironica e cinica, resa impeccabile dai protagonisti: Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci.
La Divina Sarah è un atto d’amore per una diva immortale: una rivoluzionaria anticonformista che per prima si impone sulla scena mondiale in abiti maschili; un mito vivente che riscrive il suo tumultuoso percorso di vita sulla pelle del segretario-schiavo. Celebrity ante litteram, popstar del palcoscenico, eccentrica e passionale, artista entrata nell’immaginario collettivo e nel mito teatrale: mettere in scena la divina Sarah Bernhardt è un’autentica sfida. Nasce così La Divina Sarah, adattamento dello scrittore e drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt di Memoir, scritto negli anni ’70 dal drammaturgo statunitense naturalizzato canadese John Murrell. Ed è il memoriale di una Bernhardt al tramonto, alle prese con la stesura dei suoi ricordi con il segretario Pitou, ad avvicinare alla sua vita straordinaria: ricordi animati dalle scelte anticonformiste personali e professionali, dalle leggende più o meno attendibili che circondano la sua esistenza (una bara come letto, un coccodrillo come animale da compagnia), al dramma dell’amputazione di un arto.