Orchidee nasce da un’assenza, per procedere verso tutto quanto si sente perduto, nel tentativo di fermare il tempo che si sta attraversando.

«Ancora posso scrivere d’amore»: è il poeta Dario Bellezza a tornare nelle parole di Pippo Delbono. Ed è proprio l’amore il motore di uno spettacolo che al contempo è summa della memoria personale, ma anche della propria storia teatrale. L’azione si sposta spesso dallo spazio scenico allo spazio della platea, perché è forte la tentazione di toccare con mano chi assiste a questo rito. Quasi un’antropologo dei sentimenti, Delbono indaga il nostro tempo, quello condiviso con la compagnia e con gli amici, ma anche quello che si divide con tutti i cittadini del mondo. Un tempo che contiene una sensazione di perdita, così come il grande vuoto lasciato dalla morte della madre che dopo i conflitti, le separazioni, torna ad essere amica del figlio. Orchidee nasce da una somma di vuoti, di separazioni, come il vuoto nella cultura, nell’essere artisti perduti, anche del bisogno vitale di riempire quel vuoto, del bisogno di ricercare ancora altre madri, altri padri, altra vita, altre storie. Così l’essenza del teatro si affaccia, prorompendo nelle parole di Shakespeare, Cechov, Wilde, Kerouac, in una girandola di continue emozioni e nel flusso di immagini, suoni, parole, movimenti di corpi, vistosi costumi teatrali. E coinvolgono anche le musiche di Deep Purple, Nino Rota, Miles Davis, Pietro Mascagni, Philip Glass, Enzo Avitabile. Pippo Delbono, formatosi in Italia, Danimarca e Germania, al Tanzheater di Pina Bausch, nei primi anni ‘80 fonda la Compagnia Pippo Delbono, con la quale realizza quasi tutti i suoi spettacoli. Le sue non sono messinscene di testi teatrali ma creazioni totali, realizzate con un nucleo stabile di attori, che lo hanno reso uno degli artisti più apprezzati non solo in Italia, ma in molti paesi europei, in particolare la Francia.


uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Bobò, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Simone Goggiano, Mario Intruglio, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Pepe Robledo, Grazia Spinella
immagini e film Pippo Delbono
luci Robert John Resteghini
musiche di Enzo Avitabile e Deep Purple, Miles Davis, Philip Glass, Victor Démé, Joan Baez, Nino Rota, Angélique Ionatos, Wim Mertens, Pietro Mascagni
direzione tecnica Fabio Sajiz
suono Giulio Antognini
luci e video Orlando Bolognesi
elaborazione costumi Elena Giampaoli
capo macchinista Gianluca Bolla
Emilia Romagna Teatro Fo ndazione, Teatro di Roma, Théâtre du Rond Point- Parigi, Maison de la Culture d’Amiens – Centre de Création et de Production
Si ringrazia Cinémathèque suisse-Lausanne

 

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