Maria Paiato, Franco Castellano e Maurizio Donadoni in undici round, come un incontro di boxe o di lotta, smantellano l’istituto della famiglia, sotto lo sguardo intransigente e caustico di Dürrenmatt.
Sul modello di Danza Macabra di August Strindberg, lo svizzero Dürrenmatt elabora nel 1969 una commedia stringata e asciutta, un’opera pungente dall’architettura brechtiana, che trasforma il modello originale in un percorso a stazioni sulla dissoluzione di un matrimonio, un gioco al massacro a tre (il capitano, la moglie e il cugino/ amante) sotto le luci di un ring. Play Strindberg nasce al Teatro di Basilea nel 1969: Dürrenmatt, che era parte della direzione del teatro, era affascinato dalle possibilità interpretative che il drammaturgo svedese Strindberg aveva ideato, ma profondamente insoddisfatto delle traduzioni e degli adattamenti esistenti. Tra i maggiori interpreti della cultura moderna, Dürrenmatt esercita nelle sue opere uno sguardo rigoroso e razionalmente scettico, incline al paradosso e alla polemica, così come l’arma del grottesco e del sarcasmo smaschera con un sorriso l’ipocrisia del suo tempo. Commedia adatta al virtuosismo dei tre interpreti, che nella versione firmata da Franco Però trova in Maria Paiato, Franco Castellano e Maurizio Donadoni una formula interpretativa d’effetto.