Alessandro Baricco non scrive testi per il teatro, scrive spettacoli. E a volte gli spettacoli e i loro protagonisti si trasformano in qualcos’altro, in figure quasi mitologiche, come è accaduto per Novecento.
Smith & Wesson non è il nome di una pistola, ma quello di una coppia sgangherata: Tom Smith, meteorologo e Jerry Wesson, pescatore. In un Far West popolato da truffatori e falliti, i due vengono avvicinati da una giornalista alla caccia di una storia memorabile.
Smith & Wesson si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902: nei loro nomi e nei loro cognomi c’è il destino di un’impresa, che arriva insieme a Rachel, una giovanissima giornalista che vuole una storia straordinaria, da raccontare. Sullo sfondo di questa partitura a quattro voci, l’immensità delle cascate del Niagara, un luogo che rammenta agli uomini quel tipo di grandezza cui aspirano, ma che quasi mai riescono a raggiungere.
Questo spettacolo riunisce un gruppo di artisti che hanno fatto delle relazioni e del loro sviluppo nel tempo un’autentica cifra stilistica. Alessandro Baricco e Gabriele Vacis da vent’anni condividono esperienze importanti: dalla Scuola Holden a progetti culturali, spettacoli, reading. Natalino Balasso è stato protagonista in diversi spettacoli di Gabriele Vacis (Libera Nos a Malo, Rusteghi, entrambi produzioni dello Stabile).
Fausto Russo Alesi, attore pluripremiato che ha lavorato tra l’altro con Nekrošius e Ronconi, è stato allievo del regista torinese alla Civica Paolo Grassi di Milano. Mariella Fabbris è stata una della attrici e fondatrici del Laboratorio Teatro Settimo, lo storico gruppo di ricerca che ha imposto il nome di Vacis e la sua poetica nel panorama teatrale italiano. Infine la giovane Camilla Nigro, diplomatasi alla Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino, è stata recentemente diretta da Mario Martone e Valter Malosti.