Martedì 28 gennaio 2020, alle ore 19.30, va in scena al Gobetti di Torino FUORIUSCITI di Giovanni Grasso, interpretato da Luigi Diberti, Antonello Fassari, con la partecipazione di Guia Jelo. Regia e impianto scenico di Piero Maccarinelli, le musiche di Antonio Di Pofi, le luci di Cesare Agoni, e i costumi di Mariella Visalli.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, dal Centro Teatrale Bresciano, da Anele Srl, con il sostegno di Fondazione CRT, resterà in scena al Teatro Gobetti per la Stagione in Abbonamento dello Stabile torinese fino a domenica 2 febbraio.
Nell’atto unico di Giovanni Grasso i dialoghi tra Don Sturzo e il laico Salvemini durante l’esilio americano. Il liberalsocialismo e l’anima cattolica si interrogano sui destini del Paese: due posizioni ideologiche e due analisi politiche contrapposte in un esempio di confronto democratico.
Studioso delle biografie del fondatore del Partito Popolare Don Luigi Sturzo e del politico antifascista Gaetano Salvemini (e curatore per Rubbettino Editore del loro carteggio dal ’25 al ’57), il giornalista e scrittore Giovanni Grasso è autore di Fuoriusciti, atto unico che lo Stabile di Torino ha coprodotto con la regia di Pietro Maccarinelli; protagonisti Luigi Diberti e Antonello Fassari. Il testo immagina un incontro tra Don Sturzo e Salvemini nel loro esilio americano, a Brooklyn, nel ’44. Rappresentanti rispettivamente dell’anima cattolica e del liberalsocialismo d’Italia, si ritrovano a discutere delle sorti del Paese ancora occupato al Nord dai nazifascisti e liberato al Sud dagli Alleati. Il confronto è acceso: diversissime e contrapposte sono le posizioni ideologiche di partenza. Impossibile conciliare la visione liberalsocialista e quella cattolica che, allora come oggi, rende problematica una condivisione di strategie e soluzioni di governo. Due filoni di pensiero destinati a non convergere mai, se non nella amara presa d’atto di «una classe dirigente troppo stupida e troppo malvagia, che non è stata in grado di dare consistenza all’idea di uno Stato democratico».
Al di là dei conflitti, il rapporto tra i due intellettuali trova fondamento nella stima reciproca, nella comprensione delle ragioni dell’altro, nel tentativo di trovare una strada comune per la rinascita di un paese piegato dalla guerra e dalla dittatura. Un dibattito politico di altissimo livello tra due straordinarie personalità, Don Luigi Sturzo e Gaetano Salvemini, «fatte della stessa pasta. Una pasta dura, ostinata. Con tinte diverse, ma con colori indelebili».
02_Scheda a cura della compagnia
Foto dello spettacolo_ph Andrea Guermani