Come per gli altri gruppi, sono successe molte cose per Elisir in questa settimana, come la celebrazione del gesto puro, dell’artista in quanto eroe, proprietario dell’essenza. Ieri il gruppo ha incontrato Ilaria Gaspari (filosofa e scrittrice) che in un fitto scambio ha portato la discussione sul ruolo del pubblico, sull’emozione del fatto scenico, sulla percezione della funzione del buio, sui maestri.
E il giorno dopo ci si è occupati di quanto accade in quel “prima” che non è la supposta magia del teatro, è un terreno che anticipa l’idea della creazione: esiste un prima da indagare, che è anche il punto di partenza per la realizzazione di un manifesto. E si è a lungo discusso del momento pre-creativo, che può essere quel buio che divide platea e palco in quel tempo dove le luci sono spente e potenzialmente ogni spettacolo è bello. Il manifesto non può entrare nell’atto creativo e nella sua soggettività. Ma per assolvere alla sua funzione ed essere spendibile deve liberarsi dalle sovrastrutture, rimanere strettamente legato al desiderio e al bisogno.