Teatro Gobetti – 2 – 7 dicembre 2014
«Se a Sinatra la voce l’ha mandata il Signore, allora a me, piu modestamente, l’ha mandata San Gennaro»: Tony Pagoda è un cantante napoletano da night club, con tanto passato alle spalle. Ha avuto il talento, il successo, i soldi, le donne. E ora, all’apice della carriera, nella New York degli anni Cinquanta, sta per esibirsi al Radio City Music Hall, davanti al leggendario Frank Sinatra. Sarà il trasporto sentimentale delle sue canzoni melodiche, o più probabilmente lo stato allucinatorio indotto da alcol e cocaina, ma, mentre canta, Pagoda è attraversato da scariche di memoria, improvvise “struggenze” d’amore, illuminazioni sul significato della vita o, più prosaicamente, sul tirare a campare, che elargisce a piene mani ad amici e sconosciuti, in un vulcanico e straripante flusso di coscienza. Nato dalla penna del regista Paolo Sorrentino, già base del personaggio di Toni Servillo nel film L’uomo in più, Pagoda conquista ora la sua terza vita approdando al teatro. Ne veste panni, lustrini e capelli impomatati, in quella che il critico Rodolfo Di Giammarco ha definito «un’adorabile trasformazione cialtrona», la straordinaria Iaia Forte. «Mi piace – dichiara l’attrice – immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, un anelito a un’armonia perduta. E poi il teatro è, per fortuna, un luogo dove il naturalismo può essere bandito, e i limiti della realtà espandersi».