STAGIONE 24/25
ATTO UNICO

La stagione 2024-25 si colloca nella dissolvenza incrociata di due importanti ricorrenze – il 50° anniversario dalla nascita del Centro Studi e il 70° dalla fondazione del TST – e la sentita celebrazione della nostra storia coincide con una dinamica proiezione verso il futuro. La conferma di Valerio Binasco alla direzione artistica per il prossimo triennio ne valorizza il carisma e si accompagna all’istituzione di un comitato artistico che coinvolge, oltre alla direzione, il regista residente, gli artisti associati, la direzione artistica di Torinodanza e le figure apicali delle aree programmazione, produzione e sviluppo. Questo nuovo organo collegiale, fortemente voluto dal nuovo Consiglio di Amministrazione, intende potenziare l’identità e la “trazione” artistica del TST, con l’obiettivo di garantire una visione plurale, una strategia condivisa e una progettazione integrata capace di svolgere nel modo più compiuto le proprie molteplici funzioni e di soddisfare fabbisogni e aspettative dei diversi portatori di interesse.

Valerio Binasco – Direttore Artistico
Alessandro Bianchi – Presidente
Filippo Fonsatti – Direttore

In particolare, la rinnovata composizione della squadra di artisti residenti e associati registra la promozione di Leonardo Lidi nel ruolo di regista residente e di direttore della Scuola per Attori, a rimarcare la connessione profonda tra formazione e professione, e tra gli artisti associati vede affiancarsi a Kriszta Székely, che assicura un salubre respiro internazionale, la coppia Liv Ferracchiati e Silvia Gribaudi: il primo è chiamato ad apportare il suo valore autoriale, oltreché il talento registico e interpretativo, la seconda potrà ampliare con la sua inventiva lo spettro delle nostre proposte verso la scrittura coreografica, la danza e il teatro fisico, in una necessaria progressione interdisciplinare. Tra le novità si segnala inoltre il dialogo sempre più fitto tra Torinodanza e la programmazione della prosa, che a partire da questa stagione accoglie quattro appuntamenti “extra festival”, affidati rispettivamente ad uno degli astri nascenti della scena europea, il greco-albanese Mario Banushi, al venerato maestro belga Alain Platel, al visionario collettivo fiammingo FC Bergman e ovviamente alla propheta in patria Silvia Gribaudi.
Venendo ora ai contenuti, potremmo dire che il principio ispiratore della stagione sia stato il proposito di offrire alla comunità di riferimento, per quanto sia nelle nostre possibilità, alcuni degli strumenti necessari a comprendere la complessità del tempo presente, quella che il filosofo Mauro Ceruti definisce una nuova Paideia volta a rigenerare la conoscenza, a consolidare la consapevolezza della interconnessione tra i saperi, a riconoscere l’indivisibilità e nello stesso tempo la pluralità dell’umanità. O ancora, citando un altro filosofo come Umberto Galimberti, nella nostra stagione può risuonare la sua “etica del viandante”, intesa come ricerca continua sul rapporto tra il genere umano e il mondo che lo circonda. La declinazione pratica di questi intendimenti programmatici si articola in un cartellone di quasi cinquecento recite per sessantasei titoli, di cui oltre la metà scritti da drammaturghi viventi a riprova della presa diretta del TST sul mondo contemporaneo e del tentativo di elaborare in una forma estetica e poetica i temi dolorosi o gioiosi della condizione umana.
E dunque gli spettatori, siano essi assidui abbonati o fruitori casuali, giovani o anziani, potranno esercitare la loro personale serendipità attraverso un’offerta quanto mai vasta e diversificata, articolata in percorsi tematici che talvolta si intersecano, partendo dai fondamentali della cultura occidentale – dall’Antico Testamento a Esiodo, da Sofocle a Euripide, da Dante a Shakespeare e Goldoni – passando per i classici del repertorio otto e novecentesco – Čechov, Cocteau, Eduardo, Ibsen, Kafka, O’Neill, Pirandello, Simon, Tolstoj, Williams, Zweig – per giungere fino agli autori dei giorni nostri – Aldrovandi, Bedos, Bennet, Bovell,
Calamaro, Conti, Emma Dante, Enia, Greig, Massini, Mouawad, Scarpa, Scimone ed altri. Cardine del cartellone è senz’altro il progetto produttivo affidato al nostro nucleo artistico. Valerio Binasco apre la stagione con la prima italiana di un testo dell’australiano Andrew Bovell, Cose che so essere vere, di cui firma la regia e sarà interprete, e la chiuderà come protagonista de Il costruttore Solness di Ibsen, per la prima volta diretto da Kriszta Székely. Leonardo Lidi propone l’ultimo titolo della trilogia dedicata a Čechov, Il giardino dei ciliegi, oltre a La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams. Liv Ferracchiati  presenta un nuovo lavoro ispirato a La morte a Venezia da Thomas Mann e una riedizione del suo premiato Stabat Mater. Silvia Gribaudi sarà impegnata nel debutto italiano della sua ultima creazione intitolata Suspended Chorus. Da segnalare, come buona pratica, la ripresa di alcuni lavori del nostro repertorio già visti e apprezzati nelle scorse stagioni, tra cui Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello per la regia di Binasco, Il gabbiano e Zio Vanja di Čechov curati da Lidi, Fred! di Matthias Martelli e Arturo Brachetti, Come nei giorni migliori di Diego Pleuteri, diretto ancora da Lidi. E a proposito di Pleuteri, appena ventiseienne, siamo lieti di investire sul suo giovane talento, coinvolgendolo come drammaturgo in diversi progetti, a partire dalla programmazione della sua opera prima, Madri. Così come ci preme segnalare il debutto nazionale di Prima facie, uno dei casi teatrali planetari della scorsa stagione scritto dalla drammaturga anglo-australiana Suzie Miller, e da noi affidato alla trentenne Marta Cortellazzo Wiel, che ne sarà regista e interprete.
Accanto al nucleo artistico residente che caratterizza il nostro progetto, lungo è l’elenco degli artisti invitati e scritturati che danno lustro al cartellone: tra loro Roberto Andò, Natalino Balasso, Giuseppe Battiston, Sonia Bergamasco, Fabrizio Bosso, Franco Branciaroli, Arturo Cirillo, Massimiliano Civica, Maddalena Crippa, Luca De Fusco, Giuliana De Sio, Filippo Dini, Lisa Ferlazzo Natoli, Paolo Fresu, Alessandro Gassmann, Mariangela Granelli, Lino Guanciale, Lodo Guenzi, Alessandro Haber, Antonio Latella, Gabriele Lavia, Davide Livermore, Milvia Marigliano, Lucia Mascino, Francesca Mazza, Francesco Montanari, Umberto Orsini, Giorgio Pasotti, Valentina Picello, Massimo Popolizio, Alessandro Serra, Toni Servillo, Massimiliano Speziani, Edoardo Sylos Labini, Paolo Valerio, Pamela Villoresi. Ma oltreché dal posizionamento e dall’attrattività nazionale e internazionale, la forza distintiva di un teatro deriva anche dalla capacità di saper essere una casa accogliente per gli artisti che vivono nel suo territorio, di tenere vivo un dialogo incalzante con loro, di contribuire a creare la sintonia intellettuale necessaria ad accogliere e valorizzare le istanze creative di prossimità. Perciò ringraziamo di aver scelto di lavorare con noi, facendoci sentire parte di una comunità coesa, Gabriele Vacis con PoEM, che iniziano un progetto triennale sui testi sacri delle religioni monoteiste e festeggiano con Alessandro Baricco il 30° compleanno di Novecento; Jurij Ferrini, che dirige il dittico shakespeariano di Prato inglese; e ancora Laura Curino con Tangram Teatro, Michele Di Mauro, Arturo Brachetti e Matthias Martelli, Marco Lorenzi con Ama Factory, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Giulio Graglia, Paola Rota, Micol Jalla, Giorgia Cerruti con Piccola Compagnia della Magnolia, Accademia dei Folli, Festival delle Colline e Fondazione TPE. Siamo convinti che le nostre proposte artistiche acquistino senso compiuto e utilità effettiva soltanto se integrate in un contesto che metta al centro sostenibilità, accessibilità e parità. Coniugando etica ed estetica, valori civili e bellezza emotiva, impatto sociale e rischio culturale si potrà esercitare l’intelligenza collettiva in quella dinamica della complessità citata sopra, che rappresenta l’atto unico e il fine ultimo del nostro lavoro: il confronto dialettico, la carità interpretativa, il pensiero divergente, la convivenza pacifica.

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