Alle Fonderie Limone di Moncalieri, martedì 4 dicembre 2018, alle ore 20.45, torna in scena CYRANO DE BERGERAC di Edmond Rostand, con la traduzione, l’adattamento e la regia di Jurij Ferrini.
Lo spettacolo è interpretato da Jurij Ferrini, Rebecca Rossetti, Raffaele Musella, Angelo Tronca, Matteo Alì, Lorenzo Bartoli, Cecilia Bozzolini, Francesco Gargiulo, Federico Palumeri, Elia Tapognani. Le scene e i costumi sono di Gaia Moltedo, il suono e le luci di Gian Andrea Francescutti.
Cyrano de Bergerac è una produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e sarà programmato alle Fonderie Limone fino a domenica 16 dicembre per la Stagione in Abbonamento dello Stabile.
Jurij Ferrini torna a vestire i panni dell’eroe romantico di Rostand, maestro d’armi e di parole, nella ripresa di uno spettacolo dello Stabile di grande successo, del quale è anche regista.
Una commedia in versi sui nobili sentimenti, ma anche un dramma in chiave moderna sull’identità.
Bisogna essere giovani e belli per poter amare? Sembra suggerire questo Edmond Rostand, all’inizio della sua commedia in versi, mostrando Rossana e Cristiano, stupendi e appassionati come una moderna coppia di star del web. E poi invece, si sa, dice tutt’altro Cyrano de Bergerac, capolavoro che ha per protagonista lo spadaccino col nasone, un archetipo capace di riscattare il lirismo un po’ stucchevole del suo autore. La storia della nobiltà d’animo che ha la meglio sul narcisismo senza qualità parla, e ha parecchio da dire, anche alla nostra epoca. Interpretato da molti mattatori (al cinema da un indimenticabile Gerard Depardieu) il brutto e prode Cyrano torna in scena con il volto, deformato, e l’ardore di Jurij Ferrini. Il quale riallestisce la sua applaudita versione del dramma, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, di cui firma la regia, traduzione e adattamento. Rispetto ad altri monumenti della sfavillante fin de siècle teatrale, dal Gabbiano di Čechov a Ubu Roi di Jarry, Cyrano con i suoi apostrofi rosa rischia di passare come una canzonetta pop a fronte di immortali arie d’opera.
Eppure mantiene la statura del capolavoro, non solo perché poggia su una delle più belle vicende d’amore mai scritte, ma perché con il suo richiamo all’amicizia, all’onore, al sacrificio, alla solidarietà, è capace ancora oggi di toccare i cuori. «Vorrei che il pubblico uscisse dal teatro scosso, emozionato, più forte e coraggioso, convinto di potersi riprendere in mano il proprio destino», dice Ferrini. Al suo debutto al Gobetti lo spettacolo è stato applaudito in un solo mese da oltre 5mila persone, proseguendo con una serie di sold out anche in tournée.