L’ultimo appuntamento della rassegna “Il cielo su Torino”, progetto dedicato alle giovani compagnie sostenute da STT, Sistema Teatro Torino, è programmato sabato 14 gennaio 2017, alle ore 19.30, al Teatro Gobetti con il debutto in prima nazionale dello spettacolo EDITH di e con Chiara Cardea e Elena Serra, per la regia di Elena Serra.
Lo spettacolo sarà replicato al Gobetti domenica 15 gennaio 2017, alle ore 15.30.
Nel 1972 Lee Radzwill, sorella di Jacqueline Kennedy, commissiona a David e Albert Maysles un documentario sulla sua famiglia. È così che i due cineasti fanno la conoscenza di Grey Gardens, una casa in rovina sull’oceano, e delle sue eccentriche abitanti.
Dopo la decisione della committente di abbandonare l’idea del documentario, i Maysles proseguono autonomamente il lavoro, tornando nella villa e girando nel 1975 quello che diventerà un capolavoro del direct cinema: Grey Gardens, l’indimenticabile ritratto di Edith Ewing
Bouvier Beale e sua figlia Edith Bouvier Beale, zia e cugina di Jacqueline Kennedy.
Le due Edith, protagoniste fino agli anni 50 della vita mondana newyorkese, divennero in seguito simbolo di scandalo e decadenza: volontariamente isolate nella loro villa a East Hampton, si abbandonarono al degrado, anno dopo anno, in una casa sommersa dalla spazzatura e invasa da gatti, zecche e procioni. Il documentario fotografa con spietatezza ed empatia la loro vita quotidiana.
L’adattamento teatrale di Elena Serra e Chiara Cardea si concentra sul rapporto tra le due donne, fatto di recriminazioni e affetto, amore e odio. Le due attrici hanno studiato e tradotto i dialoghi del film e approfondito la vicenda di Big Edie e Little Edie, scoprendo inaspettate analogie con la propria biografia artistica. Da questo lavoro nasce una drammaturgia originale che colloca il racconto teatrale su due livelli: c’è la storia di una donna alla ricerca della propria indipendenza e di una madre quasi disincarnata, che prende vita attraverso le proiezioni ossessive della figlia sul suo ruolo e le sue responsabilità, e c’è il rapporto tra un’attrice alla ricerca della propria maturità creativa e una regista che guida, quasi invisibile, il suo percorso, in una tensione continua di complicità e contrasto.
La prova delle attrici si colloca in un’autentica installazione teatrale, di cui sono co-protagonisti i costumi, la scena e il progetto sonoro, che attraverso deviazioni e citazioni musicali sottolineano il livello metateatrale del racconto.
«La storia – scrive Elena Serra – di queste due donne ci ha subito colpite. Incarnano l’icona della diva in decadenza di Viale del tramonto, la ribellione alla borghesia e il rapporto incestuoso delle Serve di Genet, l’inesorabile e ironica disperazione della Winnie di Beckett. Le due donne sono costantemente in bilico sull’orlo della sopravvivenza materiale e della follia, vivono l’ossimoro della reclusione che le rende libere; dispongono ed espongono i loro corpi, felici di un narcisismo e di una vanità totalmente scevre di ogni influenza sessuale».