SUMMER PLAYS

Sere d’estate al Teatro Carignano

15 giugno – 13 settembre 2020

 

Proseguono le LEZIONI SHAKESPEARIANE, iniziativa programmata dal 18 giugno al 30 luglio e inserita in Extra Plays, nell’ambito di SUMMER PLAYS, la Stagione organizzata al Teatro Carignano da Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e TPE – Teatro Piemonte Europa.

Giovedì 23 luglio 2020, alle ore 18.30, al Teatro Carignano Filippo Dini presenterà insieme a Fulvio Pepe e Carlo Orlando ENRICO VI di William Shakespeare.

 

 

Note di Filippo Dini 

Lezione shakespeariana – Enrico VI, la pecora nera della famiglia.

«Enrico VI di William Shakespeare mi accompagna da quasi quindici anni, da quando nel 2006 ho portato in scena il Riccardo III, che ne costituisce il sequel. Mi ha accompagnato come materia di studio e fonte di ispirazione.

Ad affascinarmi e a sedurmi tutt’ora sono tutti quegli elementi che in parte hanno contribuito a fare di questa pièce il dramma storico shakespeariano meno noto e meno rappresentato, almeno in Italia, dove è stato portato in scena solo da Giorgio Strehler con il titolo Il gioco dei potenti nel 1964. È un po’ la “pecora nera” del grande albero genealogico regale raccontato da Shakespeare, per tante ragioni. Prima: la dimensione. Il dramma è suddiviso in tre parti di cinque atti l’una, per un totale di circa centosessanta personaggi. Ricopre un arco di storia di quasi cento anni che ha come tema principale la guerra civile più lunga e sanguinosa della storia d’Inghilterra, conosciuta come “La guerra delle due Rose”. Questo lo rende un meraviglioso dramma corale: in Enrico VI non c’è un protagonista a farla da padrone in scena, imperversando con monologhi e scene madri. Ogni scena è quasi una scena di massa, con almeno sei, otto o nove personaggi. Qui tutti vogliono essere protagonisti, tutti vogliono scettro e corona. Il centro, occupato da Enrico, è evanescente. È un centro vuoto. Non abbiamo a che fare con un Re conquistatore che sprona i soldati ad assaltare ancora una volta la breccia nelle mura o che muove come burattini i suoi cortigiani. È il contrario. Il centro di potere è debole, sfuggente. È un potere che se dal punto di vista politico è debole, dal punto di vista spirituale è illuminato. È un Re fanciullo, mistico, martire e infine Santo. La presenza ombratile di Enrico, che in scena porta niente di meno che l’arco della sua intera vita, è l’elemento che rende il dramma un unico nella produzione di Shakespeare. Da oramai due anni, insieme a Fulvio Pepe e Carlo Orlando, mi dedico all’adattamento di questa opera epica, sanguinosa, interminabile: la scommessa è ridurre le tre parti a due coprendo lo stesso arco di tempo, e presentare un giorno al pubblico due spettacoli, autonomi ma tra loro connessi. Una specie di serial storico in teatro. Tema della lezione, che terrò al Carignano insieme a Fulvio e Carlo, sarà la scena centrale della seconda parte del dramma. È appunto una scena di massa, una grande disputa nella quale Enrico tenta di negoziare una pace con i suoi avversari e nella quale, nel disperato tentativo di salvare tutto, perde tutto: corona, regno, moglie e figlio. Sarà, gioco forza, una riduzione della scena: in tre ci divideremo non in personaggi ma in clan, partiti e famiglie avverse. È il mio tentativo di portare anche in questa sede un’idea di teatro corale, per quanto ridotta».

L’ultimo incontro delle Lezioni shakespeariane è programmato il 30 luglio con Elena Gigliotti su La bisbetica domata.

 

 INFO

Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Prenotazione obbligatoria su teatrostabiletorino.it

 

Comunicato stampa