di Giovanni Testori
Uno spettacolo di Valter Malosti
con le coreografie di Lara Guidetti
e le musiche originali di Carlo Boccadoro
eseguite dal vivo da Lamberto CurtoniIn scena Valter Malosti e Lara Guidetti
Una produzione di Unione Musicale in collaborazione con Teatro di Dioniso / Torinodanza/Fondazione Teatro Stabile Torino
Compagnia Sanpapiè e con il sostegno di Festival deSidera
Di Testori, autore per me seminale, non ho mai messo in scena opere teatrali, mi ha sempre affascinato il Testori parallelo, sublime, avventuroso ed emozionale critico e mercante d’arte, e l’installazione nella chiesa di S.Bernardino a Ivrea con il tramezzo affrescato da Martino Spanzotti, è stata un passo decisivo nella mia ricerca di radici espressive e umane. Non cito tanti altri tentativi e reading, ma voglio almeno ricordare Passio Laetitiae et Felicitatis, tratto dal romanzo omonimo, con protagonista la splendida (e premiata per questa interpretazione) Laura Marinoni. Nel continuare ad esplorare non potevo non arrivare alla raccolta poetica dedicata alle Maddalene, che nel corso degli anni è divenuto un vero e proprio work in progress nascosto con gelosia, cui la commissione di Unione Musicale per il progetto Confluenze di Atelier Giovani e Torinodanza, permetterà un passo decisivo verso la realizzazione di una prima forma compiuta. È un progetto che nasce con un forte desiderio di trasversalità e vedrà in scena una voce di attore (la mia), un corpo di danzatrice (la coreografa e performer Lara Guidetti), uno strumento (il violoncello suonato da Lamberto Curtoni), il tutto tenuto insieme dalla nervosa partitura originale composta da Carlo Boccadoro, increspata ritmicamente e attraversata dal suono e dai live electronics di G.u.p. Alcaro. Il lavoro video, legato alle immagini dei capi d’opera della storia dell’arte che interpretano la Maddalena, sarà curato, con sguardo contemporaneo, da Gabriele Ottino, le luci saranno di Francesco Dell’Elba e i costumi di Giulia Bonaldi. Quello che tenteremo di fare è di mettere sul piatto tutte queste forze lasciandole agire in grande libertà, immaginando una struttura aperta, con una grande attenzione alla relazione tra i vari performer. Testori stesso immagina un dialogo intimo con le varie Maddalene che si affacciano nelle immagini, che noi amplificheremo in dialogo incessante tra voce, corpo, musica, suoni e immagini. Un dialogo che immaginiamo però scabro, essenziale, intimo; un dialogo e una relazione che ovviamente considera in pienezza anche il pubblico. Il tema della figura della Maddalena è da sempre al centro dell’interesse di Testori, che in occasione della mostra La Maddalena che si tiene a Palazzo Pitti a Firenze nel 1986, interviene in due occasioni: un articolo sulla mostra, La Maddalena tra peccato e salvezza, sul “Corriere della Sera”, e, lasciandosi ispirare dalla mostra fiorentina, un saggio per la rivista “FMR”, Le Maddalene e i Maddaleni, proponendo un “maddalenesco tragitto” tra l’effigie che le hanno dato i grandi pittori. Proprio questo articolo diventa il nucleo su cui si costruirà un libro d’arte, assai pregiato, Maddalena, edito da Franco Maria Ricci in 5000 esemplari numerati nel marzo 1989. Testori produsse in forma di poesia le schede sulle singole opere: schede-versicoli come lui le chiamò, «nate non da un premeditato disegno, bensì da un’insopportabile nausea per il modo (a me) consueto di stenderle», e che afferma di scrivere come sdraiato nel letto con la Magdala, o Maddalena (forse anche immedesimandosi con lei nel suo tormentato cammino spirituale e corporale), quasi a sentirne il fiato «e da esser indotto a far con esse, fuor d’ogni mia abitudine, il lingua in bocca […] di legar tutte le maldestrissime capacità espressive di cui dispongo, di far che l’una concupisse e, magari, fregasse l’altra, per arrivare finalmente all’insostenibile casino che i miei pochi, ma pazientissimi lettori, o ascoltatori (delle azioni, intendo, teatrali) mi conoscono; ecco, l’atroce, demente tentazione a fondere e confondere e, come non bastasse, a distruggere ogni coagularsi in stile, o forma, delle parole per disporle invece all’urto, e fin alla penetrazione, del non-dicibile (di quello, cioè, per cui, da cui, in cui e verso cui vivo, senza, per altro, minimamente volerlo); ecco, quella tentazione, m’avrebbe, via, via, indotto a esonerarmi d’ogni anche più labile incombenza filologica […]. Probabilmente, questa prova, è la più dichiaratamente mia (intorno, si direbbe, e si dice, la più testoriana) cui fin qui […] sia approdato». Maddalene è dunque una singolare raccolta poetica, penetrante e istrionica, «come un sunto, strozzatissimo, di storia dell’arte», dice ancora Testori, che accompagna il cammino della Maddalena nei secoli: da Duccio a Masaccio, da Giotto a Cézanne, da Beato Angelico a Caravaggio, da Raffaello a Rubens, da Botticelli a Tiziano, da Grünewald a Bacon. Lo spettacolo inizia e finisce con una delle Tre figure ai piedi della croce, “l’atroce bambola scomposta e disfatta” dipinta da Francis Bacon nel 1944, anni di guerra che ci avvicinano alla nostra “ricca, indifferente idiozia dei tempi”.
Valter Malosti
Teatro Vittoria 21 novembre 2013