Lo spettacolo sarà replicato alle Fonderie Limone di Moncalieri, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, fino a domenica 18 febbraio.
Mistero Buffo è considerato il capolavoro della produzione di Dario Fo, come recita la motivazione del Premio Nobel attribuitogli nel 1997: «A Fo… che nella tradizione dei giullari medievali fustiga il potere e riabilita la dignità degli umiliati».
Eugenio Allegri dirige Matthias Martelli, giovane talento del Teatro della Caduta, in questa giullarata popolare che ha costituito il modello per il grande teatro di narrazione degli ultimi vent’anni.
L’originalità dell’operazione del grande artista sta nell’aver attinto agli strati più profondi della tradizione popolare, rivitalizzandola e attualizzandola mediante riferimenti alla realtà contemporanea: le sacre rappresentazioni diventano occasioni per recuperare la cultura degli oppressi, delle classi subalterne, le cui uniche forme di rivalsa risiedono nel riso e nel comico.
Mistero, dai Misteries medievali, ma anche “buffo”, perché dissacrante e oltraggioso nella rilettura di alcuni episodi della storia sacra. Il comico della Commedia dell’Arte incontra la lingua di Jacopone da Todi, Teofilo Folengo, Ruzante, giullari, dialetti padani, fondendosi nel celebre grammelot.
Eugenio Allegri, che proprio a Palazzo Nuovo, a Torino, negli anni Settanta, vide lo spettacolo, nella sua versione originaria, scrive: «Anche nel nostro Mistero Buffo, Matthias Martelli, l’attore, è solo in scena, senza trucchi, con l’intento di coinvolgere il pubblico nell’azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Lo “spazio scenico”, lasciato vuoto come allora faceva Fo, ha consentito all’attore/giullare di interpretare le situazioni e i personaggi più variegati, passando da un luogo all’altro e da un tempo a un altro senza bisogno di scenografie. Fondamentale è stato svincolare Mistero Buffo dal mondo degli anni Sessanta e Settanta, per attualizzarlo e universalizzarlo, attraverso un linguaggio e un’interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l’ideologia trionfante del tempo dimostrandone l’infondatezza. (Quella del nostro tempo, ma giusto per dire la mia, mi pare si chiami Autodistruzione)».
01_TST_Comunicato stampa MISTERO BUFFO
02_Note di regia Eugenio Allegri