Al Teatro Gobetti, giovedì 1° luglio 2021, alle ore 21.00, nell’ambito di Summer Plays / Nuove destinazioni debutta 130 REPLICHE DE IL NOME DELLA ROSA – TEATRO DI RICICLO® di e con Marco Gobetti; le luci e il suono sono di Simona Gallo.

Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Marco Gobetti, sarà replicato al Gobetti fino al 3 luglio 2021.

Il riciclo del teatro diventa un concentrato rarefatto, che ne sublima la magia: Marco Gobetti, uno degli attori de Il nome della rosa (da Umberto Eco, regia di Leo Muscato, produzione Teatro Stabile di Torino) evoca in una narrazione appassionata e densa la tournée dello spettacolo, con le sue 130 repliche in tutta Italia.

 

Scheda a cura della Compagnia

Non si tratta di raccontare tutto ciò che in sei mesi di tournée è successo. Non se ne fa insomma un diario. Cosa evoca dunque, il monologo 130 repliche de Il nome della rosa – TEATRO DI RICICLO®? Evoca un filo sottile ma dirompente, l’ineffabile prezioso: ciò che mai si sarebbe potuto pensare che potesse accadere. Ciò che incredibilmente è avvenuto e, davvero, non si dovrebbe dire. Perché va ben oltre la storia nota, la verità comune. La verità – insieme alla costruzione del falso che la mina – è uno dei temi portanti de Il nome della rosa di Umberto Eco: era inevitabile che, incarnandone la vicenda per 130 repliche, nascessero verità indicibili. Una verità, in particolare. Che porta pesantemente altrove attori e pubblico: che ci precipita in un contemporaneo sconosciuto, dove lo scibile presente contamina misteriosamente quello dell’antica abbazia. E viceversa. Una verità che mai si dovrebbe dire, appunto. Un sacrosanto, chiarissimo scandalo. Per “teatro di riciclo®” si intende l’azione di un attore tesa a evocare una replica precisa o un insieme di repliche trascorse di uno spettacolo cui abbia preso parte o di cui sia stato spettatore: la vicenda e le immagini dello spettacolo rivivono, così, profondamente contaminate dalla narrazione dei meccanismi teatrali e di tutto ciò che è riconducibile al rapporto tra attori, spazi e pubblici incontrati. Il “riciclo” del teatro già stato non intende essere surrogato del teatro stesso; bensì concentrato rarefatto, essenza che ne sublima la mobile immanenza, la magia: l’”altrove rimanendo”. Travaso di generi, base concreta per l’utopia. Con il “Teatro di riciclo®” si tenta la rivalutazione della natura autentica, magica, sociale e intrinsecamente pedagogica del fatto teatrale: un teatro de-costruito e in costruzione, motore possibile di culture indipendenti, di incontri liberi e di nuove sensibilità ed empatie.

01_CS_130 repliche de Il nome della rosa