Il genio inquieto ma anche lo spiritello burlone del grande salisburghese nel monologo di Giuseppe Cederna, che mescola musica e teatro di strada. L’attore torna alle origini: trent’anni fa era Amadeus nella pièce da cui Milos Forman trasse il celebre film.
Nell’estate del 1978, in piazza Navona, il giovane Giuseppe Cederna debuttava come artista di strada e dieci anni dopo, con Missiroli, interpretava Amadeus nella pièce di Peter Shaffer, da cui Milos Forman trasse il celebre film. Da queste due esperienze e dalla voglia di risalire alle origini del suo percorso teatrale nasce Mozart.Il sogno di un clown di cui l’attore romano è anche autore. «Dopo trent’anni, Wolfgang Amadè è venuto a trovarmi» dice Cederna: «Mi ha chiesto di tornare, per amore suo, a fare il clown come una volta. Ed eccomi qui». Un recital tra musica e arte di strada, che ha il ritmo e la vivacità di un allegretto, ma anche un percorso alla scoperta delle contraddizioni, delle fragilità, degli enigmi di un formidabile genio. «Mozart era un mistero anche per se stesso», sostiene Wolfgang Hildesheimer, uno dei suoi maggiori biografi. Cederna accetta la sfida, s’imparrucca e conduce gli spettatori in un viaggio impervio ed esilarante tra la vita del genio e il miracolo della sua musica. Ritrova lo spirito clownesco nell’incarnare l’enfant prodige con i suoi tic, le sue burle, il suo linguaggio scurrile, ma racconta anche il virtuoso, il seduttore, l’amante, l’artista malato di successo. Per la ricostruzione biografica il protagonista ha attinto in particolare a Mozart di Wolfgang Hildesheimer. La regia è di Ruggero Cara, recentemente scomparso, ed Elisabeth Boeke. Al pianoforte c’è il maestro Sandro D’Onofrio.