Al Teatro Gobetti, venerdì 30 luglio 2021, alle ore 21.00, nell’ambito di Summer Plays / Nuove destinazioni va in scena CON SORTE scritto e diretto da Giacomo Guarneri e interpretato da Oriana Martucci.
Lo spettacolo, selezionato nell’ambito della rassegna Il cielo su Torino e prodotto dalla Compagnia La pentola nera in coproduzione con Piccolo Teatro Patafisico, sarà replicato al Gobetti sabato 31 luglio alle ore 21.00.
Quanto è difficile stare dalla parte della legalità quando si vive immersi nel sistema mafioso? Lo racconta Con Sorte scritto e diretto da Giacomo Guarneri. Lo scenario è la Sicilia, la Sicilia dei ricatti e delle intimidazioni di Cosa Nostra, di chi si piega per paura, per vigliaccheria, per opportunismo. O perché solo non ce la fa a dire di no. Una coppia di piccoli commercianti, Rita e Rocco, gestiscono una gioielleria e ricevono continue richieste di estorsione. Lui si oppone, denuncia. Lei cede. Lei Oriana Martucci, protagonista appassionata di questo monologo tutto costruito sulla sua intensa, ipnotica fisicità. Un testo amaro, cinico, divertente, brutale, che rappresenta una condizione di vita assurda quanto reale. La donna racconta la sua storia, quella di una giovane siciliana, innamorata del marito straniero, ma fedele al proprio borgo di nascita. Lei sa come funziona, sa che è inutile opporsi. Vuole continuare a fare la bella vita. Dunque, si piega. E lo fa in segreto. Con conseguenze inevitabili e devastanti per il matrimonio. Attraverso le sue parole il pubblico entra nella vita del quartiere, ma anche nella intimità della coppia, il cui legame non regge alla prova. Né regge Rita, tormentata dalle sue paure e fragilità, schiacciata, logorata, ridotta alla follia. Un testo forte, emozionante, sulla corruzione che consuma, corrode, porta via tutto.
NOTE DI REGIA
C’era una volta “Il Mondo del Balocco”: «gioielleria ma anche giocattoleria», pochi metri quadri dove Rita e Rocco esprimevano tutto il loro potenziale di bellezza, una stanza delle meraviglie piena di manufatti e rarità che Rocco scopriva e acquistava girando il mondo, coinvolgendo Rita nei viaggi e nell’entusiasmo. L’attività funziona, e comincia a «fare appetito». Rita conosce allora la paura. Le si presenta nei panni di un gruppo di ragazzini. Iuvitelli, li chiama lei. «Entravano, e chiedevano il caffè». Da lì è un susseguirsi di agguati e intimidazioni. Il negozio è preso di mira. I proprietari ricevono la richiesta di un «nulla osta». Rocco si oppone, denuncia. Rita ci prova a «ricondurlo alla ragione», lui però è inflessibile. Più forte dell’amore, nella coppia esplode il conflitto. Le distanze si fanno marcate, e le strade si dividono. Rita è esasperata, sempre di più. Lei che vorrebbe solo vivere – «vivere, vivere, vivere, e basta» – si risolve infine a «fare da sé»… Oggi Rita è una vecchia signora ricoverata chissà dove, potrebbe essere una clinica o un ospedale. Parla a un fantomatico «dottore», accorso in bagno dopo che Rita ha tirato un pugno all’infermiera. «Cosa è successo?», chiede l’uomo: proprio la domanda che agita Rita da anni. «Già. Cosa è successo, dottore? Io è una vita che ci penso ma…» Con sorte è una parola scissa, che diventano due. Da una parte la complicità, l’unione; dall’altra un destino che fa rima con morte.